jueves, 16 de noviembre de 2017

Danse Macabre: ballata a sangue freddo



Recensione di Fabio Viganò
Se Cappi in questa sua ultima fatica dal titolo Dance Macabre-Sangue freddo, edita da Excalibur/Il Cerchio Giallo, si definisce, reo confesso, autore seriale di libri dalle trame più impensabili e oscure, allora affermo che senza ombra di dubbio lo si debba ringraziare! Non foss'altro, perché i suoi scritti non sono mai comuni, ma sempre unici e originali. Di questo romanzo non vi anticiperò nulla, se non il fatto che vi troverete più pathos che ethos, che in esso son racchiusi tutti i crismi e i carismi della letteratura popolare di secoli, culla del sapere.
In questa storia di vampiri non si ha la presunzione né tantomeno l’idiozia di imitare Bram Stoker. Che il sangue sia freddo è una frottola: tutti infatti sanno che è caldo. A volte, bollente! Diventa freddo solo nei cadaveri o nei vampiri. E deve esserlo, quando ne va della Vita o della Morte! Infine, bisogna aver sangue freddo a scrivere libri così rischiosi, in cui la parodia è di casa.
Il romanzo è una continua sfida tra la Vita e la Morte, rappresentata dai nazisti e dai loro emuli. Trame spionistiche e metodologie tra le più raffinate s’intersecano, ambientate nella descrizione fantasiosa del mondo dei vampiri. La parodia diviene spietata dicotomia, che nel romanzo si svela con un solo sostantivo: Crimor, ovvero l’acronimo di criminalità organizzata. E nella storia, ricca di colpi di scena, è coup de foudre sincero, costi quel che costi, affinché trionfi la Giustizia. Il cacciato diviene cacciatore e viceversa. La vittima designata, suo malgrado, assurge al ruolo di giudice sapiente e giusto, affinché il mondo non sprofondi in un Kaos da cui non riuscirebbe mai più a risollevarsi. Tra le righe si legge la ribellione intellettiva salvifica per una società corrotta, grazie forse anche all’estremo sacrificio dei suoi più nobili figli, sogno della notte più lugubre, splendore ora del giorno del sole della Libertà. Non vi dirò altro! un ringraziamento all’Autore, prima di ritornare nell’ombra…
Andrea Carlo Cappi Danse Macabre-Sangue freddo disponibile in volume singolo a tiratura limitata e in volume doppio con il primo romanzo della saga Danse Macabre-Le vampire di Praga, pubblicati da Excalibur/Il Cerchio Giallo.

Presentazione sotterranea a Milano: giovedì 23 novembre, ore 18.30, per "Borderfiction Clubino" al Cafè Clubino, via Cosseria 1 (angolo viale Gian Galeazzo).

domingo, 12 de noviembre de 2017

Un rivoluzionario della tv: Milano, 13 novembre 2017


Di nuovo allo spazio milanese del Ligera di via Padova 133, alle 19.00 di lunedì 13 novembre 2017: questa volta in compagnia dello scrittore Mario Gerosa - già autore e coordinatore di volumi su importanti registi britannici e americani - e dello scrittore e sceneggiatore di culto Biagio Proietti, affiancati da Stefano Di Marino e Andrea Carlo Cappi. L'argomento: la vita e le opere di Daniele D'Anza (1922-1984), regista teatrale e cinematografico, ma soprattutto ineguagliabile autore televisivo: un uomo che contese a Biagio Proietti, con cui molto spesso ha collaborato, il titolo di chi abbia incollato allo schermo tv il maggior numero di italiani senza che di mezzo ci fosse una partita di calcio. Si parla di cifre oscillanti tra i diciotto e i venticinque milioni di telespettatori.
La collaborazione D'Anza-Proietti ebbe inizio con Coralba, coproduzione italo-franco-tedesca trasmessa in Germania nel 1969 e in Italia e Francia nel 1970, campione di ascolti in tutta Europa, uno spartiacque nel concetto di sceneggiato televisivo della RAI (che all'epoca non aveva ancora acquisito il nome di fiction, termine inglese che significa semplicemente "narrativa") per proseguire poi con altri successi - come Ho incontrato un'ombra del 1974 - fino a un adattamento dei racconti di Edgar Allan Poe del 1979. Nel frattempo D'Anza aveva messo a segno un altro successo epocale con Il segno del comando, del 1971. Giusto per citare alcuni lavori nel campo del thriller e del mistero, ma i titoli che andrebbero menzionati sono molti di più e vengono puntualmente esaminati in Daniele D'Anza - Un rivoluzionario della tv (Edizioni Il Foglio): un libro che, raccontando il dietro le quinte di sceneggiati leggendari, fa venire la voglia di vederli o rivederli con cognizione di causa, possibilità in buona parte realizzabile grazie alle recenti edizioni in dvd.
Nel libro Gerosa assume, oltre al ruolo di critico tele-cinematografico, anche quello di "cane da tartufo" (nelle parole di Biagio) in cerca di testi e articoli d'epoca, mentre a Proietti toccano i ricordi come co-autore e amico e, in qualche caso, come spettatore competente dei lavori scritti per D'Anza dai colleghi. Ne emerge la figura oltremodo interessante di un regista di rara eleganza sul lavoro come nella vita. E di un autore forse non ricordato e studiato e sufficienza, malgrado i suoi titoli siano rimasti nella memoria collettiva degli italiani e oggi siti e forum su Internet raccolgano nostalgici di una grande tv del passato e neofiti che hanno avuto modo di riscoprirla grazie alle repliche notturne e alle collane video che la RAI ha dedicato ai propri grandi sceneggiati.
Il libro e l'incontro sono occasioni per leggere e ascoltare storie di un'epoca non tanto lontana nel tempo, in cui la creatività italiana sullo schermo piccolo e grande aveva molte più possibilità di esprimersi... anche se a volte doveva fare i conti con la censura, come - si scopre - capitò alle serie Tutto Totò in cui D'Anza diresse il maestro della comicità italiana poco prima della morte di questi. Chi ha avuto il piacere di sentire alcune di queste storie dalla viva voce di Biagio Proietti, che è anche un brillante intrattenitore, non può che raccomandare non solo il libro, ma anche l'appuntamento al Ligera.





domingo, 5 de noviembre de 2017

Liscio assassino: il ritorno a Milano



Mentre il diluvio si abbatte su Milano, il 5 novembre 2017 alle 21.30 torna in scena al Ligera di via Padova 133 lo spettacolo di Banda Putiferio basato su Liscio assassino (Editrice Zona).
Ne abbiamo già parlato qualche tempo fa: è una singolare antologia da leggere e da ascoltare, sotto forma di volume con cd allegato, curata da Gianluca Mercadante e Daniele Manini e firmata da Banda Putiferio. Il volume, aperto da una prefazione di Luca Crovi, contiene sette storie di fantasia (di Massaron, Morozzi, Giorgi, Clesis, Limardi, Eliselle e Mercadante), cinque poesie (di Rotino, Bertasa, Bianchi, Manini e Racca) e i testi delle quattordici canzoni del cd, musicate – con un’apparente leggerezza che nasconde una profonda cultura musicale – da Banda Putiferio, su parole di Cappi, Celi, Pinketts, Vallorani, Rezza, Barzi, Storti e Demaria.
I testi delle canzoni si ispirano alle vicende di assassini famosi di ogni parte del mondo. La parte musicale riprende il genere denominato "liscio ambrosiano", in uso dagli anni Trenta e sopravvissuto fino al tramonto delle balere lombarde. Tant'è che il brano di apertura dell'album, Il signor Capone (musica di Roberto Barbini su testo di Andrea Carlo Cappi) ha vinto nell'estate 2017 il premio "Romagna Mia 2.0" dedicato appunto al liscio.
La serata del 5 novembre al Ligera, condotta da Andrea Carlo Cappi, prevede anche la partecipazione di uno dei più illustri partecipanti all'album: Roberto Brivio de I Gufi.