domingo, 10 de mayo de 2015

Una Milano da... morire



Articolo di Fabio Viganò

In occasione della nuova presentazione milanese di Medina - Milano da morire, riproponiamo sul nostro blog questo pezzo già uscito qualche tempo fa al momento del lancio del libro. Le fotografie dell'articolo sono di A. C. Cappi.



È come uno sparo nel buio. È come una lama che trafigga la carne… vigliaccamente alle spalle. È come i silenzi creati a regola d’arte per coprire gli intoccabili. Gli intoccabili! Certi potentati sono tutto tranne che intoccabili.Milano da morire è solo il titolo di un bellissimo libro noir, tecnicamente un "romanzo costituito da tre racconti e un romanzo breve". Un noir geniale, carico di tensione, opera di uno scrittore versatile ed eclettico, degno di tali aggettivi: Andrea Carlo Cappi.



Il luogo, Milano, lo si potrebbe certamente definire come "uno, nessuno e centomila". In realtà si può morire ovunque vittime di poteri "forti" o presunti tali. Poi però arriva l’inaspettato e l’inaspettabile. Arriva qualcuno che mai avresti voluto trovarti di fronte, ma con il quale ora devi necessariamente fare i conti. Carlo Medina.
Il libro narra di spostamenti di danaro illecito dalla Milano che fu "da bere" verso lidi piu sicuri. Di associazioni a delinquere camuffate da ditte che hanno bisogno di una copertura, soprattutto all'indomani della scoperta di Tangentopoli. Della necessità di nascondere gli scheletri nell’armadio e, a volte di rendere certi uomini muti come pesci… per sempre.



Questo romanzo fatto di racconti, di cui non vi anticiperò nulla, è a dir poco vibrante di pathos. Un quadro dipinto a tinte forti. Ha il merito - raro oggigiorno sia in ambito letterario che sociale - di descrivere e narrare fatti realmente accaduti (o drammaticamente plausibili) nella stessa città segnata a suo tempo dalla strage di piazza Fontana.



Ricordare… e far  ricordare. Il  ricordo come monito per le  generazioni future. Ha potere mnestico e stigmatizzatore dei meccanismi tanto perversi quanto contorti della corruzione e  dell’omertà, ragion d’essere dei disonesti. L’omicidio, in un simile contesto, risulta essere una sorta di naturale metodologia di sopravvivenza, dovuta alle regole di vita criminali.

Per certi potenti gli uomini hanno sempre un prezzo. Se questi non compiono il loro dovere… lo pagano col sangue. Si può sempre cadere. L’importante però è cadere a testa alta.

Il libro, che ripropone l’esordio del personaggio ormai ventennale di Carlo Medina, è il frutto di una penna ardita e di una mente attenta, osservatrice e sicuramente scomoda. Scomoda come lo è Carlo Medina, guascone che si barcamena tra giochi di mercato, servizi segreti e omicidi a pagamento. Con lui in circolazione, c’è proprio da dire "Guai ai vinti!"

Il noir è ben giocato, avvincente e sempre attuale. La  Milano non più da bere è ora divenuta una Milano da  morire, dove grigi e tetri figuri tessono trame anche  internazionali pur di riciclare o nascondere proventi illeciti e verità scomode. Non hanno però fatto i conti con Medina…E il conto sarà salato. Come direbbe Pinketts, un "conto  dell’ultima cena".

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